In questo articolo voglio dare una definizione alla malattia da Reflusso gastroesofageo, sempre più comune, in modo da poterne comprendere la provenienza e le sue cause. In seguito, farò degli accenni anatomici con l’ausilio di immagini in modo da poter spiegare in che modo intervengo in questo tipo di casi.

Malattia da Reflusso gastroesofageo

La Malattia da Reflusso si verifica nel momento in cui i succhi gastrici contenuti nello stomaco, che quest’organo sfrutta per digerire il cibo, risalgono all’interno dell’esofago irritandone la mucosa e, nei casi più gravi, alterandone il tessuto (in questo caso viene chiamato “Esofago di Barrett”).

Questo passaggio anomalo di acido si presenta con sintomi tipici quali bruciore retrosternale (e conseguente dolore dorsale), dovuto all’irritazione dell’esofago che è posizionato all’interno della cassa toracica, o rigurgito acido dovuto alla risalita di succhi gastrici.

Spesso queste manifestazioni sono accompagnate da un forte mal di testa o emicrania e cervicalgia riflessa.

A cosa è dovuta questa disfunzione al livello esofageo?

Molto spesso il reflusso è una conseguenza di un’ernia iatale (risalita di una parte dello stomaco all’interno del foro del diaframma) , oppure può essere dovuto a gastriti ricorrenti che irritano la zona gastrica ed esofagea.

Queste sono le cause più “fisiologiche” per cui noi possiamo fare poco, tuttavia ci sono dei fattori nella nostra vita di tutti i giorni che possono portare allo sviluppo della sindrome da reflusso.

Primo fra tutti è l’alimentazione che include troppi fattori irritanti, come l’eccessivo uso di caffè; ma anche l’abuso del fumo è uno dei fattori irritativi che, oltre a causare problematiche respiratorie, può aggravare anche la condizione dell’esofago.

Questi fenomeni irritativi portano al cattivo funzionamento di una valvola diaframmatica, che normalmente dovrebbe evitare questo tipo di risalita e se irritata può perdere questa sua fondamentale funzione di contenimento.

Inoltre un altro mezzo di contenzione è la pressione all’interno della cassa toracica, che il corpo tiene sempre all’interno di determinati valori; questa pressione può essere alterata da vari fenomeni irritativi come l’ernia iatale.

Come può aiutare il trattamento osteopatico?

Nella mia pratica quotidiana è molto comune incontrare questo tipo di casi soprattutto in una città stressante come Milano, e spesso la cura per il reflusso è affidata a farmaci che danno un sollievo temporaneo, ma che nel tempo possono causare danni collaterali anche importanti .

I farmaci utilizzati per la sindrome da reflusso perlopiù combattono l’acidità di stomaco (antiacidi e protettori gastrici). 

Questi sono ottimi nel breve periodo, ma nel medio-lungo periodo non possono essere utilizzati poiché portano parecchi effetti collaterali come la riduzione della funzione di difesa dello stomaco (la membrana dello stomaco ci protegge da eventuali patogeni assunti con gli alimenti) o conducono all’inefficacia di alcuni dei nostri enzimi digestivi. 

Dopo aver interrotto la cura farmacologica della fase acuta, ricordiamoci che il reflusso non scompare

Il trattamento osteopatico invece è in grado di prevenire il ritorno dei sintomi ed aiuta il paziente a convivere con questa patologia, aiutando il corpo a mantenere i risultati raggiunti con la terapia farmacologia.

Con questi pazienti, dopo la mia valutazione clinica, che comprende una batteria di test per capire se il paziente presenta sintomi riconducibili a patologie e problemi che hanno necessità di un approfondimento, inizio con il testare la funzionalità dell’esofago creando uno stiramento in modo da capire come si stanno comportando i tessuti colpiti dal reflusso.

Poi andrò a trattare la mobilità del diaframma toracico e delle coste dove si inserisce questo muscolo.

In seguito al trattamento diaframmatico, controllo le vertebre dorsali di riferimento dell’esofago che spesso causano il bruciore tipico.

Dopo aver gestito questi importanti adattamenti, risalgo sulla colonna vertebrale testando, ed eventualmente trattando, le vertebre cervicali che possono dare un dolore cervicale riflesso dovuto alla contrazione dei tessuti molli, che hanno collegamenti con l’esofago e da cui parte l’innervazione del muscolo diaframma.

Concludo il mio intervento controllando il passaggio dei nervi tra l’osso dell’occipite posto sul cranio e la prima vertebra cervicale, tra cui passa il nervo vago che riveste l’esofago e spesso causa emicrania e mal di testa.

Il mio intervento non si limita solo al processo appena descritto, ma si basa sul controllare tutti i possibili adattamenti consequenziali alla malattia da reflusso gastroesofageo.

Ad esempio, una disfunzione diaframmatica può portare ad un movimento alterato della zona lombare, che necessiterebbe di essere testata e trattata.

Quindi, riassumendo, in cosa consiste il mio trattamento:

  • Test di stiramento dell’esofago e dei tessuti di riferimento
  • Trattamento zona del muscolo diaframma
  • Trattamento vertebre cervicali, da cui parte l’innervazione del muscolo diaframma e che possono dare dolore cervicale
  • Trattamento vertebre dorsali, che fanno riferimento all’esofago

 

L’obiettivo del mio trattamento è quello di identificare le zone che stanno accusando di più la sindrome da reflusso e restituire a queste zone la mobilità necessaria per funzionare.

In questo modo si avrà una riduzione di tutti i sintomi tipici dati dal reflusso, per primi il bruciore, il dolore dorsale e cervicale, e l’eventuale mal di testa.

In questi casi è molto utile la collaborazione con il nutrizionista; dopo aver restituito mobilità alle zone necessarie, il nutrizionista potrà trovare la via giusta per ottimizzare l’alimentazione del paziente, che sicuramente ha influito all’esordio del reflusso.

 

    Come possiamo affrontare questi sintomi nella routine?

    Come ti ho accennato all’inizio, sono i gesti quotidiani a far sì che esordisca la sindrome da reflusso.

    Proprio per questo possiamo applicare accorgimenti come:

    • Evitare il consumo eccessivo di fattori irritanti, come il caffè, il cioccolato o i pomodori;
    • Evitare il fumo;
    • Cercare di evitare lo stress;
    • Seguire un’alimentazione quanto più variegata;
    • Cercare di ottimizzare l’uso del muscolo diaframma tramite esercizi di respirazione;
    • Ottimizzare la mobilità della zona dorsale e cervicale.

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